Qualcosa sta per accadere


Lo sentiamo tutti, ma non ne parliamo

C’è una sensazione che galleggia nell’aria, come un odore che non riesci a definire, ma sai che c’è. Non ha un nome preciso, ma chi è sensibile lo percepisce. È la strana certezza che qualcosa sta per accadere. Non si sa cosa, né quando. Ma si sente. In profondità. Nell’anima. Nel corpo.

Io l’ho vissuto una volta. Era il 2019, e vivevo in Italia. Amo quel Paese, la lingua, i colori, il profumo del pane caldo al mattino. Eppure, all’improvviso, sentii il bisogno urgente di partire. Un impulso senza logica. Una voce interna che diceva: Devi andare via. Di fretta!
Nel giro di due mesi ho venduto casa, fatto le valigie e sono partita per la Polonia. Arrivai due giorni prima di Natale.

A gennaio iniziarono a circolare le prime voci sul Covid. A febbraio, iniziarono le chiusure. In Italia durante la pandemia la pressione era soffocante. Il mio istinto mi aveva salvata. Se fossi rimasta, sono certa che avrei vissuto momenti durissimi.

Non ero l’unica. In tanti, in quei mesi, si sono mossi come guidati da una bussola invisibile. E oggi, quella sensazione è tornata. Ma stavolta è collettiva.


Fingere che nulla sia cambiato

Guardiamoci intorno: la gente continua a uscire, lavorare, postare selfie. Ma qualcosa è cambiato, e tutti lo sanno. Tutti sentono che qualcosa sta per accadere. Nessuno progetta più il futuro come prima. Le case editrici vendono meno libri di crescita personale, le aziende fanno meno piani quinquennali, e persino le pubblicità hanno cambiato tono. C’è meno entusiasmo, più sospensione.

Non compriamo più per piacere. Compriamo per necessità. E anche quella si misura con attenzione. Le parole “futuro”, “progetti”, “stabilità” sembrano appassite. La verità è che stiamo vivendo alla giornata, come chi cammina sul bordo di un tempo che non promette certezze.


L’emersione del buio


Mentre molti si chiudono nel silenzio, altri si scatenano. Violenza, truffe, odio, imbrogli, manipolazioni. È come se si fosse aperta una crepa. Una linea invisibile tra chi cerca luce e chi si lascia inghiottire dall’ombra. Forse questo è il vero “giudizio universale”: non un evento spettacolare, ma una lenta divisione interiore e collettiva, tra chi sceglie la coscienza e chi si abbandona al caos.


E tu, cosa senti?

Molti fingono di non avvertire nulla. Altri scrollano le spalle: “È solo stress.” Ma ci sono quelli che sentono: qualcosa di grande sta per accadere. Si svegliano nel cuore della notte con il cuore che batte più forte. Hanno sogni strani. Guardano il cielo come se cercassero un segnale. Non sono pazzi. Sono svegli.

Se anche tu senti questa strana tensione nell’aria… Non sei solo.

Non sappiamo cosa accadrà. Ma una cosa è certa: Non possiamo più vivere come se nulla stesse accadendo.


La coscienza collettiva e il bivio interiore

Ogni tanto, nella storia dell’umanità, arriva un punto in cui non si può più restare neutrali. È come se una grande onda energetica attraversasse tutti, e ognuno — anche il più distratto — fosse costretto a scegliere da che parte stare.
Non è più tempo di mezze misure.

Quello che stiamo vivendo non è solo una crisi economica, climatica o politica. È una crisi di coscienza. Sta emergendo qualcosa di antico, una battaglia silenziosa tra il bene e il male, tra chi desidera costruire e chi vuole distruggere, tra chi cerca la verità e chi preferisce nascondersi.

Questa battaglia non si combatte con le armi, ma con le scelte quotidiane, i pensieri, le parole, i silenzi, i gesti. È una lotta invisibile che attraversa i cuori delle persone. E ogni gesto conta.
Perché, che lo vogliamo o no, siamo tutti parte della coscienza collettiva.


Non si può più far finta di niente

Fino a poco tempo fa, si poteva ancora chiudere gli occhi. Fingere che fosse solo una fase. Ma ora non più. Ora il mondo ci chiede una risposta chiara. Chi vuoi essere, davanti a tutto questo? Un osservatore passivo o un’anima sveglia? Uno che nasconde la testa nella sabbia o uno che osa ascoltare ciò che sente?

Non serve diventare eroi. Serve essere veri. Essere coerenti. Scegliere il bene, anche nei piccoli gesti. E smettere di fingere che andrà tutto bene, quando dentro sentiamo che qualcosa ci sta chiamando a cambiare.


Conclusione: Il tempo del risveglio

Se senti questa strana inquietudine, questa attesa di qualcosa che sta per accadere… non sei solo. Non sei strano.
Stai solo percependo ciò che è già in movimento. Serve coraggio. Serve presenza. Serve una scelta.

Vedo che sempre più persone si stanno facendo avanti, esprimendo con coraggio le proprie opinioni e scelte. Sono come piccole lanterne di luce in un mondo che sta sprofondando nel buio.

Ma se tutti quanti accendiamo la nostra luce, il buio non può che scomparire. Oggi è il tempo del risveglio. Lo sai. E anche se il mondo fuori sembra confuso, dentro di noi c’è una bussola.
Chi la segue, non si pentirà.

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